L’approccio al trattamento della psoriasi pediatrica spesso varia al variare dello specialista interpellato, con rilevanti difformità a seconda che ci si trovi dinanzi un pediatra, un dermatologo o un internista. E’ l’inquietante riscontro emerso da un recente studio presentato sulle pagine degli Archives of Dermatology
La psoriasi ha un’incidenza pari all’1,2% tra gli adolescenti e nei bambini. L’età di comparsa della malattia è variabile, ma ci sono fasce di età a maggior incidenza; in circa 1/3 casi la psoriasi si manifesta entro i 20 anni. Oggi sappiamo che, del 25% dei casi che si manifestano prima dei 16 anni, dal 2 al 6% si verificano prima dei 2 anni, dal 2 al 10% nell’età compresa fra i 2 e i 6 anni, e il 10 -20% dai 6 ai 10 anni. Mentre nell’adulto la malattia colpisce con eguale frequenza maschi e femmine, nel bambino il sesso femminile sembra esserne affetto con frequenza doppia rispetto ai maschi.
Per indagare le modalità di cura della patologia i ricercatori della San Francisco School of Medicine hanno preso in esame i dati concernenti i piccoli pazienti visitati per la psoriasi in un lasso di tempo di ben 28 anni. Su un totale di circa quattro milioni di casi circa il 63% era stato visto da un dermatologo, il 17% da un pediatra e il 14% da un internista. Il 47% dei pazienti aveva un’età compresa tra i 13 e i 18 anni, con un 35% di soggetti con età compresa tra gli 8 e i 12 anni e un 18% tra 0 e 7 anni.
Ebbene i risultati dello studio dimostravano come i differenti specialisti avessero indicato trattamenti anche molto discordanti tra loro, sia in termini di tipologia di farmaci, sia in termini di dosaggi adottati.